Con più diventi progetti espositivi, sette sedi storiche e sette piazze cittadine dal 21 maggio al 4 luglio, FOTOGRAFIA EUROPEA torna a presentare a Reggio Emilia opere di grandi maestri internazionali e giovani talenti. Riconosciuto come il più importante festival di fotografia in Italia, promosso e prodotto da Fondazione Palazzo Magnani insieme a lComune di Reggio Emilia e con il contributo della Regione Emilia-Romagna, la XVI edizione della manifestazione è ispirata a un celebre verso di Gianni Rodari Sulla Luna e sulla Terra / fate largo ai sognatori! Invitando tutti a continuare a guardare in alto. Dopo la pausa necessaria a contenere la pandemia, che ha portato purtroppo alla cancellazione dell’edizione 2020, FOTOGRAFIA EUROPEA 2021 presenta decine di progetti fotografici, molti dei quali si interrogano sul ruolo delle immagini in questo particolare momento storico, ponendo l’accento sulla loro natura complessa, ottimo punto di partenza per ripensare il mondo in cui viviamo. Nato con l’obiettivo di creare un appuntamento internazionale dedicato alla fotografia, coinvolgendo artisti italiani e stranieri e le principali istituzioni del territorio, il festival quest’anno rafforza i suoi obiettivi di internazionalizzazione e di arricchimento, grazie all’arrivo nella direzione artistica, accanto a Walter Guadagnini, di Diane Dufour,–direttrice fino al 2007 di Magnum Photos, fondatrice dello spazio espositivo Le Bal (Parigi) e collaboratrice di FOTOGRAFIA EUROPEA dal 2015 al 2017– e Tim Clark,-curatore e docente, fondatore e caporedattore del magazine on line di fotografia 1000 Words. Nello specifico, la direzione Guadagnini, Dufour e Clark haselezionato dodici progetti che raccontano un sogno adocchi aperti, DAYDREAMS, ispirato al concept dell’edizione 2021 e che trovano spazio nelle sale dei cinquecenteschi Chiostri di San Pietro e negli spazi cittadini open air. A questa selezione si aggiungono importanti PRODUZIONI che sono da sempre uno degli obiettivi di Fotografia Europea, una sezione che quest’anno è arricchita da alcuni progetti già elaborati ed ereditati dall’annullata edizione precedente e infine le COLLABORAZIONI, cioè le mostre organizzate da quelle istituzioni cittadine, regionali e internazionali che gravitano intorno alla kermesse e che la Fondazione Palazzo Magnani tesse fina dalla sua nascita. A tutto questo si aggiunge il CIRCUITO OFF ,la sezione indipendente che ogni anno vede il fiorire spontaneo di centinaia di mostre in strade e luoghi pubblici e privati di Reggio Emilia. Otto delle nove esposizioni ospitate dai Chiostri di San Pietro insieme a quattro dei sette progetti allestiti open air in città, fanno parte della sezione DAYDREAMS, tutti a cura della nuova direzione artistica. Ai Chiostri di San Pietro troviamo L’Isola di Vittorio Mortarotti e Anush Hamzehian-risultato della committenza 2020 del festival-che raccoglie in un’opera sonora e un’installazione audio-video multi canale le ultime immagini, gli ultimi suoni e gli ultimi bagliori di una comunità che scompare. Noémie Goudal presenta Telluris, in cui geografie reali e teoriche creano uno spazio tra la realtà fisica e la sua rappresentazione mentale, mentre David Jiménez con Aura gioca con i limiti della percezione. Halfstory Halflife di Raymond Meeks realizzato alle cascate delle Catskill Mountains di New York, indaga l’amicizia e la giovinezza. The Tower Series di Donovan Wylie esamina la presenza del conflitto nel tessuto della vita quotidiana, INDEX G progetto di Piergiorgio Casotti e Emanuele Brutti curato da Fiorenza Pinna, mette in scena una specie di opera teatrale del silenzio, fatta di assenza di personaggi e delle loro storie peculiari. Lebohang Kganye presenta due corpus: Tell Tale e In Search for Memory nuova produzione dedicata alla costruzione della memoria. La Bete: a modern tale di Yasmina Benabderrahmane racconta un viaggio nel suo paese natale, il Marocco, nel tentativo di recuperare quattordici anni di assenza. Accanto a questi progetti, al piano terra dei Chiostri, è esposta Universo Dentro mostra personale dell’artista Sophie Whettnall a cura di Carine Fol, realizzata in partnership con la CENTRALE for contemporary Art di Bruxelles. La scelta di esporre il lavoro di un’artista accanto a quello dei fotografi nasce dall’uso peculiare fatto dalla Whettnall del mezzo fotografico, mezzo di archiviazione e fonte di ispirazione. Per la prima volta nella storia del Festival, sette progetti di fotografi contemporanei sono protagonisti di allestimenti open air in sette aree cittadine: un modo diverso di vivere la fotografia, pensato per convivere al meglio con le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, e per essere fruito da un pubblico più ampio possibile. Continuano il sogno ad occhi aperti Jeff Mermelstein che espone al Parco del Popolo #nyc, un’indagine multiforme, comica e straziante sulla vita contemporanea; Virus di Antoine d’Agata, un documento visivo, allestito sulle finestre di un palazzo di via Secchi, che evidenzia la vulnerabilità umana durante la pandemia; Eden di Soham Gupta, in Piazza della Vittoria, parla di una città fantasma fittizia, inghiottita progressivamente dalla natura. Accanto a queste, in Piazza Frumentaria, Marco Di Noia – vincitore della Open Call lanciata dal Festival con il sostegno di Iren – presenta Tottori, una storia immaginata durante un viaggio in Giappone, in cui si mescolano fotografia, illustrazione e video. Le mostre open air proseguono con un’importante produzione: Opera Aperta di Alex Majoli presentata in grandi wallpaper appesi in vari spazi cittadini, un progetto commissionato e prodotto da Fondazione I Teatri e Reggio Parma Festival in collaborazione con il festival, in cui il fotografo interpreta il tema del teatro, il suo legame con la città e l’irruzione del Covid nelle nostre vite. Con lo spazio aperto si confrontano anche i ragazzi dello Speciale Diciotto venticinque, percorso formativo organizzato dal festival al termine del quale otto ragazzi tra i 18 e i 25 anni, guidati dalla tutor Sara Munari, allestiranno Terra-Luna, progetto fotografico che coinvolge i visitatori in una riflessione sulla fotografia attraverso il gioco. Anche la facciata esterna di Palazzo dei Musei di Reggio Emilia, a partire da settembre 2021, ospiterà CURIOSAMERAVIGLIOSA, un progetto di arte partecipativa ideato dall’artista catalano Joan Fontcuberta che celebra le meraviglie del museo e i suoi visitatori: un lavoro corale, basato sulla partecipazione cittadina. Fontcuberta creerà un’installazione permanente open air, con le immagini inviate dai cittadini stampate su tessere in ceramica: un grande foto mosaico simile a un album di famiglia o una pagina di Facebook a cielo aperto. Fotografie che condividono cultura ed esperienza, ma soprattutto costruiscono comunità, storie private che plasmano la memoria collettiva e offrono al futuro un’opera pubblica, di tutti.