Come sta vivendo Correggio questo secondo anno di emergenza legata alla pandemia? “Sono giorni difficili, in cui io stessa provo a rispondere ai tanti miei concittadini che chiedono spiegazioni rispetto alle scelte fatte e alle varie normative che, di volta in volta, entrano in vigore. Scuole chiuse, parchi chiusi, sport in buona parte sospeso, fermi oratori, circoli, associazioni, servizi culturali: purtroppo, ancora oggi, i dati sono preoccupanti e parlano chiaro. Comprendo benissimo lo stato d’animo di molti cittadini, dopo un periodo così lungo periodo di fatica e sacrifici che tutti stiamo affrontando, ma è indispensabile un ulteriore sforzo. Questa pandemia ci ha insegnato che da questa situazione nessuno uscirà da solo, ma lo faremo insieme, resistendo e rispettandoci”. Cosa la preoccupa di più e cosa di meno di questa situazione? “Sono certa che, soprattutto grazie alla campagna vaccinale, riusciremo a uscire da questa emergenza. Mi preoccupano, però, le ferite che questo periodo lascerà, ferite di ordine economico, ma anche legate alla socialità e a quel tessuto relazionale che, da sempre, costituisce la nostra vera identità e che la pandemia, con le paure e le limitazioni concrete che ha generato, ha messo in grande difficoltà”. Cosa si sente di dire alle famiglie e ai ragazzi costretti alla DAD? “La decisione di sospendere nuovamente l’attività scolastica in presenza è stata dolorosa, ma nasce in un contesto di rinnovata emergenza sanitaria. Sono consapevole del sacrificio chiesto alla scuola, alle famiglie, agli studenti e al personale. La scuola sta facendo di tutto perché questa fase rappresenti comunque un periodo di attività didattica e di effettivo scambio educativo, grazie al lavoro di grande qualità che dirigenti scolastici e insegnanti stanno mettendo in campo per restare, comunque, vicini ai ragazzi. Sappiamo bene che la scuola è prima di tutto “scuola in presenza” e proprio per questo ogni singola decisione deve essere presa per riconquistare questo obiettivo, in sicurezza, il più presto possibile”. A Correggio, quali progetti ci sono “in cantiere” e comunque cosa si aspetta per questo 2021? “Abbiamo recentemente lanciato due progetti, ai quali teniamo molto. Il primo riguarda “Piccolo Principe”, la nostra biblioteca ragazzi-ludoteca, che sta ampliando i propri spazi e la propria offerta guardando con attenzione alla fascia d’età 11-14 anni. L’intervento nasce dalla volontà di progettare un nuovo servizio che risponda meglio a nuovi bisogni emersi in questi anni, rivolgendo particolare attenzione a una fascia d’età – la pre-adolescenza, una fascia d’età particolarmente vulnerabile e spesso molto esposta a una fin troppo precoce somministrazione di contenuti per adulti – che finora faticava ad inserirsi nei percorsi e nelle proposte dei servizi già presenti. A loro dedicheremo un nuovo spazio che andremo presto a inaugurare. Il secondo progetto che mi sta particolarmente a cuore è la “Palestra delle idee”, un percorso di partecipazione e di ascolto che coinvolge associazioni, categorie economiche, aziende, scuola, giovani, mondo dell’università e degli studenti, per ragionare insieme del progetto di riqualificazione della ex Palestra Dodi. L’edificio è chiuso dal 2012, in seguito ai danni causati dagli eventi sismici. Abbiamo previsto un investimento di 650mila euro per realizzare compiutamente un progetto che pensiamo come luogo di idee e innovazione, dove far incontrare scuola e imprese con sale polivalenti, aule studio, spazi per coworking, laboratori attrezzati, fab lab e tutto ciò che emergerà dal confronto che abbiamo avviato. Questo, secondo me, significa investire sul futuro ed è quello che “sogno” anche per la mia città e non solo per il 2021: continuare a credere nella nostra comunità e nei valori che la costituiscono – valori di coesione, generosità, accoglienza, ingegno e innovazione – che ci guidano da sempre, anche nei momenti di difficoltà”.