Torri: “Investire? È un progetto semplice. Ma non facile”

“La pandemia? Per quanto riguarda il mercato è già finita, ora è tempo di ripresa. In questo periodo c’e molta liquidità in attesa di essere investita, basta vedere i tassi bassi in tutto il mondo industrializzato. È fondamentale, per i risparmiatori, avere un progetto, una strategia, ed affidarsi ad un consulente che, riducendo l’emotività e l’errata percezione del rischio, vi aiuterà a realizzarla”.
A darci consigli di risparmio e, soprattutto, su come raggiungere benessere e sicurezza economica è Fausto Torri. Reggiano, Torri da 37 anni lavora nel mondo della finanza. Ha avuto esperienze nelle più importanti banche italiane, e si è specializzato nell’aiuto per le famiglie per definire le strategie di investimento più adatte rispetto agli obiettivi, alle possibilità e alle aspettative di ognuno.
Torri, quindi chiederle consigli per i privati che vogliano investire in periodo post pandemia non ha senso, giusto?
“Esatto. Non esistono consigli pre o post pandemia perché i momenti di crisi o esaltazione ci sono sempre stati. La differenza non sta nel timing dell’investimento: tutti sono bravi a posteriori… Quella del timing è una strategia che non ha molto senso continuare a perseguire. L’investitore non deve guardare ad elementi sui quali non ha possibilità di incidere”.
Quali sono questi elementi?
“Uno è il mercato. Il mercato va dove vuole. E’ un po’ come se volessimo influenzare il meteo, possiamo al massimo dotarci di un ombrello. Un altro elemento sempre più ininfluente sono i prodotti proposti ai clienti, tutti più o meno sono standard, non ci sono più i prodotti vincenti o quelli perdenti di per sé”.
Quali sono allora gli elementi influenti, quelli ai quali bisogna fare attenzione?
“Occorre definire un progetto, di medio/lungo termine, capire dove sono e decidere dove voglio andare. E questo disegno è fondamentale farlo con il consulente di fiducia che non è un antagonista ma il nostro ‘medico dei risparmi’. Dopo di che devo avere ben chiaro qual è il tempo che ho a disposizione per raggiungere il mio obiettivo. Se il mio progetto necessità di cinque anni per essere realizzato, è inutile farsi influenzare dall’andamento del mercato ogni mese o peggio quando l’informazione mi spaventa con dati catastrofici: devo riuscire ad essere distaccato dalle insidie momentanee che ci saranno sempre durante il percorso. Usando una metafora, se voglio andare a Milano, so che in condizioni normali ci metto due ore, ma se succedono imprevisti, tipo un incidente che causa una colonna, non posso fare inversione in autostrada. Posso decidere di uscire dall’autostrada, ma devo prevedere che il casello sarà intasato e perderò comunque tempo. Ma se sono costante, a destinazione ci arrivo. Servono coerenza e costanza: resto fedele al mio progetto, anche se il mercato nel breve ha una crescita o un calo”.
Facile a dirsi, però poi sta tutto anche nei mezzi che si hanno a disposizione, o no?
“Sulla base dei mezzi a disposizione deciderò la strategia più adatta per realizzare il mio progetto. Se voglio andare a Milano e ho solo due ore di tempo ed un’auto di grossa cilindrata, super attrezzata sono abbastanza tranquillo, anche in caso io debba frenare di colpo a causa di un ostacolo mi sento tranquillo. Se invece ho un’auto piccola, allora mi devo dare più tempo, perché se vado troppo veloce il rischio di frenata improvvisa in caso di ostacolo è molto più alto. Ci metterò più tempo, ma arriverò a destinazione, questo è sicuro”.
Perché ne è così sicuro? Tanti perdono investendo in borsa
“Perché non seguono le regole che anche la finanza ha: progetto, tempo, coerenza, strategia. Perché si fanno spaventare dalle oscillazioni di mercato e rinunciano al proprio obiettivo. È sempre il momento di progettare: negli ultimi 50 anni i mercati sono sempre cresciuti, perché cresce l’economia! E l’economia cresce perché cresce la demografia, in qualità e quantità, e continuamente nascono/muoiono aziende per rispondere alle nuove esigenze. La finanza non è altro che la benzina nel motore dell’economia. Covid, guerra, Lehman brothers: sono intoppi, incidenti di percorso che poi passano. Il mercato cresce comunque nel lungo termine, occorre agire sulla base di questa certezza”.