Settembre, cantava Guccini tanti anni fa, è il mese dei ripensamenti, dopo la leggerezza dell’estate. Senza scomodare l’illustre cantautore, con la fine dell’estate si fanno i conti con i kg in più, i centimetri di giro vita acquistati con aperitivi, cene al mare, colazioni abbondanti. Insomma, a causa di tutte le cose che rendono l’estate e le ferie molto più piacevoli. Ma che alla fine si pagano. E che si possono correggere. Come? Lo abbiamo chiesto ad una professionista, la dottoressa Cristina Spotti (cristina.spotti@hotmail.it), biologa nutrizionista nell’ambito nutrizionale, sportivo e del benessere psicofisico.
“Generalmente – ci racconta Spotti – a settembre o a gennaio si fanno i buoni propositi, quindi si parte con le buone intenzioni. Il rientro facilita perché gli orari lavorativi aiutano a riprendere un ritmo. Il consiglio, anche dopo la vacanza, è di non fare particolari rinunce ma di seguire un regime alimentare un po’ più organizzato e riprendere a fare movimento. Diciamo che in linea generale le raccomandazioni sono di non privarsi completamente di soddisfazioni durante il periodo autunnale e invernale, concedendosi una volta a settimana l’uscita a cena o l’aperitivo”.
Cosa consiglia invece a chi di aperitivi ne fa tre o quattro la settimana?
“Dico sempre all’inizio del percorso con i miei pazienti che non bisogna privarsi completamente del piacere del cibo per raggiungere i propri obiettivi. Consiglio di trasgredire una volta a settimana o anche una volta e mezzo: il percorso procede ugualmente. In questo modo si evita la chiusura del tutto o niente, che impedisce di raggiungere un equilibrio. Si può mangiare o bere di tutto, quello che conta è la frequenza e la quantità. Concedersi degli strappi anche due volte la settimana, se non si esagera con la quantità, non impedisce il raggiungimento di certi obiettivi. Il consiglio che do per il pasto libero è nelle modalità, non tanto nelle quantità. Perché quando sei in compagnia tendi a dimenticare quante cose hai mangiato. Consiglio di non essere troppo ossessivi, ma di godersi il momento, mangiare lentamente, gustarsi quello che si sta assaporando”.
Anche dopo la pandemia e il lockdown i consigli, quindi, restano gli stessi?
“Abbiamo vissuto un anno particolare. Dopo le restrizioni tanti hanno ‘mollato’ o almeno ammesso di non essere stati bravissimi perché hanno recuperato la socialità, lasciandosi andare. Rispondo loro che hanno fatto bene, perché dovevano recuperare: a livello psicologico e sociale ogni tanto bisogna concedersi strappi. Quest’anno con i miei pazienti sono stata più di manica larga, ma sempre nei limiti, perché siamo sempre alla ricerca di equilibri”.
La pandemia ha favorito lo smart working: cosa cambia dal punto di vista nutrizionale?
“Il problema principale è avere il frigo a portata di mano in ogni momento della giornata. Il mio consiglio è di essere rigorosi fuori dai pasti e di fare movimento, magari prendendo appuntamento con un amico, perché quest’anno è mancato tantissimo. In più, il fatto di poter dormire un po’ di più, di non doversi vestire in modo formale, di non salire in auto, magari di non fare delle scale conta in negativo sia a livello fisico sia mentale”.
Cosa consiglia di tenere in frigo a chi non riesce a evitare di aprirlo?
“Frutta e verdura: non sono la prima scelta per rispondere alla fame nervosa, ma fanno da salvagente in certi momenti. Da evitare assolutamente le merendine o gli snack. E, soprattutto, è fondamentale fare esercizio fisico”.