Il Natale ritrovato a Lama Mocogno

Un progetto con il sostegno dei commercianti: gli elaborati e i disegni saranno esposti nelle vetrine di Lama. Tra poco sarà Natale e il Comune di Lama Mocogno e l’Istituto comprensivo “G. Dossetti”, con il sostegno dei commercianti, hanno una proposta speciale per gli alunni della scuola dell’infanzia, della primaria e della secondaria di primo grado: il concorso a premi “Il Natale ritrovato”. “Il Natale 2021 è un momento di speranza dopo due anni pesantemente segnati dalla pandemia purtroppo ancora in corso – spiega il sindaco Giovanni Battista Pasini – . Per questo abbiamo pensato, d’accordo con il dirigente scolastico Rossana Poggioli, di rendere i bambini e i ragazzi di Lama Mocogno protagonisti di un concorso semplice ma significativo, che contribuirà anche ad allietare le vie del capoluogo durante il periodo natalizio” Il concorso prevede la realizzazione di elaborati e disegni a tema natalizio, che dovranno essere consegnati al Dirigente scolastico: saranno esposti nelle vetrine delle attività commerciali del capoluogo e verranno valutati da una giuria composta da due commercianti. Al vincitore della primaria e al vincitore della secondaria di primo grado sarà corrisposto 1 buono cartoleria individuale, mentre per la sezione vincitrice della scuola dell’infanzia sarà corrisposto 1 buono collettivo, oltre a un sacchetto di dolci per ogni alunno dell’infanzia che parteciperà. Le premiazioni saranno rigorosamente effettuate da Babbo Natale, sotto l’albero natalizio del Comune, il 24 dicembre. Il territorio di Lama Mocogno, che si affaccia sul Monte Cimone (2165 metri), la cima principale dell’Emilia Romagna e dell’intero Appennino Centro-settentrionale, sembra fatto apposta per il Natale: è estremamente vario, dato che la sua altitudine va dai 500 metri dell’antico mulino delle Campore, a Valdalbero, sulle sponde dello Scoltenna, fino ai 1617 metri del Monte Cantiere e ai circa 1300 della frazione di Barigazzo: querceti e castagneti, faggete e abetaie sono il regno delle volpi, dei cinghiali e dei caprioli, mentre i prati e i campi forniscono il foraggio per l’allevamento bovino, alla base della produzione del Parmigiano Reggiano del Caseificio sociale “Beato Marco” di Mocogno. La torre di Montecenere, restaurata nel 1998, che ospita una mostra permanente sull’antica famiglia feudale dei Montecuccoli – di cui due, Ernesto e Raimondo, furono generali imperiali durante la Guerra dei Trent’anni – e i resti della “Torraccia” di Sassostorno sono le due principali testimonianze del medioevo, le cui vicende sono spesso legate a quelle del castello di Montecuccolo, nel vicino Comune di Pavullo nel Frignano. La torre di Montecenere fu assediata nel 1512 dagli spagnoli e difesa dalle milizie dei Montecuccoli, capitanate da una donna, Camilla Pico, moglie del conte Frignano Montecuccoli. Le chiese del territorio comunale meritano una visita, in particolare quella di Pianorso – del XVII secolo – con la pala d’altare dei Santi Pietro e Paolo di Gian Gherardo delle Catene (XVI secolo) e la chiesa di Mocogno, antico capoluogo, dove nacque il beato Marco Scalabrini (o “da Modena”), dell’Ordine dei Predicatori (frati Domenicani). Mocogno, luogo di fatti d’arme nel Cinquecento, possedeva un castello, bruciato nel 1523 da truppe del duca di Ferrara Alfonso I d’Este, marito di Lucrezia Borgia: l’evento è raffgurato sul blasone comunale (un castello che brucia, con tre lame d’acqua) di Lama Mocogno. Altre chiese si trovano a Barigazzo, Vaglio, Cadignano. Molte sono le tipiche “maestà” e gli oratori.