Bonus 110%: probabilmente l’argomento più gettonato, dopo il Covid, in questo ultimo anno. Ma all’interno di una burocrazia all’italiana, non tutti sono riusciti a intercettare quella che è una grandissima opportunità: ristrutturare casa, guadagnando almeno due classi energetiche, e o migliorando il livello di sicurezza antisismica, ricevendo un rimborso dallo Stato del 110% rispetto a quanto speso.
“Accedere al Bonus 110% è stato molto difficile e impegnativo, però dal mese di marzo siamo riusciti a partire con sei cantieri. Cinque medi, con spesa inferiore al milione di euro, mentre l’altro è un cantiere da circa 5 milioni”.
A farci da guida all’interno del Bonus 110% ci siamo rivolti a Gian Luca Stabellini, direttore tecnico di AS Costruzioni e Servizi Srl San Felice sul Panaro a Modena (tecnico@asservizisrl.it)
“Ovviamente non c’è un protocollo chiarissimo – spiega Stabellini – e la burocrazia è micidiale: i primi incarichi per la progettazione e i lavori risalgono a giugno scorso, siamo riusciti a partire a marzo di quest’anno. Il problema grosso è che continuamente escono chiarimenti dell’agenzia delle entrate sui vari ticket, ed ogni volta si aggiunge un po’ di pepe, togliendo certezze che sembravano consolidate”.
Per chi parte ora i tempi sono molto stretti, ma non impossibili: “Noi riceviamo una media di tre o quattro richieste al giorno – racconta Stabellini – ma il problema è che siamo parecchio saturi, e come noi tantissime altre aziende: chi si rivolge a noi oggi deve partire dal presupposto che ci possiamo cominciare a lavorare tra sei mesi circa, con una previsione di inizio lavori nel 2022. Lo scoglio è che, stando alle scadenze attuali, occorre arrivare al 60% del lavoro entro il 30 giugno 2022, per poi terminare il cantiere entro il 31/12/22. Tempi molto stretti”.
Ma non è detto che la scadenza non venga prorogata: “Effettivamente – conferma Stabellini – c’è la richiesta di portare la scadenza al 31/12/23. Speriamo che venga confermata presto perché sono lavori impegnativi e lunghi da mettere in atto”.
Ma, con questi tempi così stretti, vale ancora la pena partire con i lavori? Stabellini non ha dubbi: “Io adesso lo consiglierei comunque a tutti perché è un’opportunità veramente importante. Personalmente ho già provato che il modello funziona: anche l’Agenzia delle Entrate è stata puntuale nell’accreditare il credito d’imposta sul cassetto fiscale. L’opportunità è veramente grande per riqualificare e ristrutturare gli edifici, soprattutto dal punto di vista energetico: pensi che sui condomini sui quali stiamo lavorando per un importo lavori di 500.000€ la quota a carico del condominio resta al di sotto dei 20.000€. Spendendo veramente poco il proprietario di un appartamento si vede riqualificato l’immobile in maniera molto molto importante. Personalmente ritengo probabile che queste scadenze vengano prorogate perché si tratta di un volano clamoroso per l’edilizia e ciò che ci gira intorno”.
“Il consiglio – prosegue Stabellini – è di mettersi nelle mani di professionisti preparati, di studi tecnici che credono nel progetto ed insieme a loro dettare delle condizioni abbastanza precise per tutti i soggetti coinvolti. Però bisogna avere pazienza perché il percorso è abbastanza lungo e impegnativo. Chi parte adesso – avverte Stabellini – deve avere già la consapevolezza che se non prorogassero i termini difficilmente farebbero in tempo a finire i lavori. Se non si finisce in tempo bisogna accordarsi con gli studi tecnici, che anticipano delle spese tecniche, perché devono fare la valutazione di impatto energetico e della conformità edilizia, il condominio si deve affidare ad un progettista serio e mettere nero su bianco le condizioni minime”.
Ma come si fa a capire se il proprio interlocutore è serio? “Difficile – sorride Stabellini – Diciamo che si capisce parlando con le persone e gli studi tecnici, chiaro che per noi è più semplice perché siamo partiti un anno fa e mi basta parlare qualche minuto con un progettista per capire se è preparato sulla materia 110%, mentre per un privato è molto più difficile. Diciamo che la risposta seria ad una richiesta di partire con un lavoro oggi è che bisogna avere la chiara consapevolezza che il progetto si realizza se ci saranno proroghe che al momento sono probabili ma che non sono ancora state fissate per certo. Io penso che ci saranno proroghe fino al 31/12/2023 perché il governo adesso sta spendendo ma ci saranno dei gran ritorni a livello di imposte e di qualità: tantissimi edifici verranno riqualificati e le città diventeranno più belle e meno inquinanti”.