Sabato 4 Dicembre, alle ore 15, inaugura all’Eremo di Bismantova la mostra “Bismantova: specchio d’Appennino”, con fotografie di James Bragazzi. La mostra è una personale di James Bragazzi, originario di Casina, fotografo professionista dal 1974. Bragazzi ha viaggiato in tutto il mondo raccontandone i luoghi attraverso immagini in formato panorama, ma la sua ricerca trova da sempre il centro autentico nel paesaggio dell’Appennino Reggiano. Negli ultimi anni si è dedicato a percorsi di esplorazione sui dettagli e sulle emozioni che nascono dall’incontro tra l’uomo e gli elementi primordiali della natura. Da sempre l’amore per la montagna, il cammino e l’avventura nelle sue mille facce e forme si effonde nelle immagini di questo artista. Bismantova: specchio d’Appennino. Fotografie di James Bragazzi DOVE Centro Laudato Si’, Eremo di Bismantova QUANDO Mostra aperta dal 4 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022. Orari di apertura: sabato pomeriggio ore 14 – 17; domenica ore 10 – 17. Altri giorni aperto su prenotazione al numero 0522 610516. Mostra promossa da Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano e Riserva di Biosfera MAB, organizzata con il contributo di Cooperativa Valle dei Cavalieri. Profilo bio-bibliografico di James Bragazzi Nasce a Casina nel 1952. Incontra la fotografia durante gli studi tecnici che compie a Reggio Emilia. Nel 1974 apre il suo primo studio a Casina. La fotografia non è però soltanto lavoro e professione e nel corso degli anni diventa un modo di osservare e raccontare il mondo, attraverso la dimensione del viaggio, nello spazio e nel tempo, come fosse la metafora di un cammino interiore. Molti sono i paesi e i continenti che ha cercato di esplorare (Libia, Australia, India, USA, Etiopia), sempre con uno sguardo poetico e vicino alla gente, mai per semplice curiosità. Si specializza quindi nella fotografia di paesaggio, in particolare quello del suo Appennino, che sceglie di fissare in quello che è divenuto un peculiare marchio di fabbrica e personale cifra stilistica: il formato Panorama. Molti critici ed esperti hanno ravvisato nella sua fotografia di paesaggio una ricerca inesausta, che dai primi passi volti a una visione primordiale e selvaggia della natura, l’hanno portato più di recente a coglierne le tracce dell’invisibile, a farsi arte che rifugge dall’immediatezza del primo sguardo.